ed eravamo contenti che il nostro amore non sarebbe stato amato
noi non ci amavamo
quando eravamo seduti con loquacità su i gradini di quella chiesa da noi sconsacrata
che ci vedeva in ogni modo
ogni sabato sera
tu mi sorridevi e masticavi il mio nome con quei denti che si son ingoiati il paradiso
e i nostri erano occhi fermi e pieni di tutto
come quelli dei bambini
ed eravamo in mezzo a loro
con il sangue al cervello perché non sanno di cos'altro riempirlo
li con i nostri salve e arrivederci
eravamo stanchi e ubriachi
ed esisti in qualche modo come la perfezione del brutto
come la perfezione dell'imperfetto.
cosi mi tieni tra le dita mentre la primavera a giorni avrebbe fatto la sua comparsa.
N.B.:in corsivo ho citato in malo modo due frasette di questo libro che mi è capitato tra la mani e sulla retro aveva scritto qualcosa di simile.
Nessun commento:
Posta un commento