lunedì, marzo 28

era un giorno pari.

andremo a rubare mattoni dal cimitero che stanno costruendo.
che forse la situazione non è buona
i tuoi occhi erano lapidi su cui avrei potuto morire
e i tuoi occhi erano lapidi su cui sarei voluta venire
cantavamo con quel cazzo di amore in gola dei giorni trascorsi, dei giorni passati
 i tuoi occhi erano gonfi come due canotti pieni zeppi di emigrati
e vedevo mare da per tutto.
mi chiesi come stavo tu mi dicesti che avevo il Giappone nelle mani.
le tue mani erano morbide e umide che minacciavano sogni erotici
con i miei seni pesanti e le tue mani avvolgenti
e vorrei morire su i vostri aerei improvvisati.
ti ho sognato alla fine,
 ed eri stupefacente
se non ti potrò rivedere per davvero
 ci saranno i trip che ti faranno amare senza un freno
e non fa nulla
io mi massacro il cuore.
in questi giorni di merda in cui non esiste nessuno
in questi giorni di merda in cui vorrei che ci fosse qualcuno
e ti porterei in una discarica in periferia dove le macerie faranno da colline
e ti fare i venire con le mie cosce sulle tue
tu sapevi di fumo.
sei sesso e metafisica.
che i tornado ci parranno delle comete artificiali
e allora esprimeremo sogni altrettanto artificiali che non si realizzeranno  mai.
che i morti in guerra siamo noi
con i nostri corpi nudi
con i nostri corpi sudati
con i nostri occhi bracia perché avevamo fumato il mondo assieme all'inquinamento
io ne avrei bisogno.

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