giovedì, dicembre 9

e a me piace perché.


non so solo so che seppure io prima un ape poi un serpente e poi le vostre salive schiacciare schioccare, e poi vedere un piombo la gravità premere giù e distruggere.non sentirsi.
e poi ero umida e sudaticcia poi leggera. prendi le membra e seppelliscile lontano,dove gli gnomi non possono arrivarci e poi rimetti il cappello li sopra. ed io non vedo altro che polvere da sparo premere le meningi. 
bianca,pelle e piume e poi basta, enrica basta e conversazioni con il futuro con il passato e poi io e tu io e io tu ed io io e tu io e io e tu che è lui che non c'è perché non esiste perché è al estero. e poi io ed io ed io e una tela e veleno che stilano dal mio seno. il fiore che da solo cresce nel rogo. 
dormo il silenzio di un sonno greve.


diventiamo postindustrial. 
trip.
non potrei scindere il reale dal allusione dal illusione.
dall'uso sconsiderevole se pur nella norma di erbe.
mannaggia a me chi me la fatto fare.
e non ricordo nulla se non un qualcosa che mi teneva se c'era 
e se non c'era era tutto un ansia.


e ci voleva un abbraccio di quelli forti che ti striolano come un tubetto di dentifricio
e una volta finito l'abraccio ti svuoti di tutto il dentifricio e non sei piu trepide 
or congiunti or disciolti.

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