martedì, luglio 31

turpiloquio

cosa c'è che non va?
cosa cazzo c'è che va dimmi tu che cazzo c'è che va?
non va un cazzo come si deve, tutto va secondo un ordine caotico e io non voglio l'ordine il caos ci sta bene ma non mi va di stare in mezzo il caos mentre gli altri si divertono nella loro vita perfetta del cazzo immaginaria vaffanculo stronzi di merda. vaffanculo ipocriti vestiti di pelle. vaffanculo voi che venite da milano. mi AVETE ROTTO I COGLIONI. non siete un cazzo di nessuno.RACCOMANDATI. che io non riesca ad odiarvi non vuol dire che vi amo. stronzi.
c'è che ho scelto un università di merda c'è che non so se è davvero quello che voglio.c'è che sono convinta di non superare il test, c'è che non mi va di vedere di nuovo le vostre faccia di cazzo. mi avete rotto i coglioni. rincoglioniti rimbambiti.c'è che mi sono rotta i coglioni di me che ho lo stesso carattere di mio padre che parlo parlo ma non faccio mai un cazzo c'è che sono costretta a vivere in questo posto di merda che si è vero è meglio di altri ma che a me sta sul cazzo. io non sono ciò che voglio. sola tutto è più facile. non odio perché vi invidio.
nella vostra indifferenza, strafottenza nei vostri egocentrismi nei nuovi discorsi nei vostri episodi giornalieri nelle vostre stronzate piene di io io io io io io IOOOOO IO MI SONO ROTTA I COGLIONI DI ASCOLTARVI. non siete quello che dite di essere. siete più noiosi di studioaperto e di verissimo.
io non sono un cazzo. sono più che un puntino. nessuno mi bada. nessuno ha fatto caso a me se non per la mia stazza da armadio con delle grandi tette e una grande bocca. ANDATE A FANCULO.
magnifico! sua eccellenza ... ma lei è il SUCCEDANEI DEI PIÙ' SCEMI. voi si molto probabilmente riuscirete a vivere e vivrete bene ma siete copie. macchine.robot. catalogati in base al vostro cellulare supermegatecnologicodallafotocameradiottomegapixel. io ho l'applicazione di sto cazzo. ma vaffanculo. smettertela.mi date alla testa.
MEGALOMANI. morirete con i vostri falsi miti. con il fatto che nessuno lo fa non lo faccio neppure io. e se tutti lo fanno lo faccio anche io. che sfigati ascoltare quella musica. che schifo tu fumi? no ma se vuoi posso darti al rogo ora rullarti nelle mie cartine nuove. mi servi tutta sono poco propensa nel rullaggio.
ho la schiena curva a scrivere stronzate che non sanno di nulla. SOS. salvatemi da me.
e che non so parlare. tanto meno scrivere. potrei sembrare una persona interessante dietro il velo di maya. ma guardate meglio. sono più vuota di un barattolo di nutella in mano ad un ciccione, rimane solo il barattolo e l'etichetta. il tappo si perde nella foga.
STOP.

mercoledì, luglio 25

ignoratemi da ignorante

cose ingiuste habitat eco-industriali le centrali i gas
il nailon il pizzo gli strappi
fai la ballerina. allora sie molto brava.
l'ignoranza è la bellezza è la saggezza
guardarti dormire è guardarsi allo specchio tra quarant'anni.
le mani, le braccia, il seno, i fianchi, le gambe.
non è un brutto vedere. solo che mette ansia.
domani festeggerete un quarto di secolo pieno di falsità.
io esco faccio un giro mi ammazzo e torno.
i neuroni gli atomi le particelle gli arti le vene
così il cuore diviene un bordello che brucia in fiamme
ed ha l'odore delle sigarette spente a metà
con tutte le lettere dell'alfabeto
stiamo bruciando ragazze stiamo bruciando
ascoltiamo le urla
ricorderemo dei nostri anni zero delle serate a bere
a bere per vomitare non per ricordare
perché forse vomitando
morire potrebbe sembrare facile
come svuotare un cesto della spazzatura.



lunedì, luglio 2

sarà il caldo
gli ormoni
il vino
la musica
a darci alla testa
attraversare un torrente su un filo è la mia specialità
ci stiamo autosuggestionando gli intestini
incasinando le membra
contorcendo lingue
sporcando le mani, i piedi
bruciando le labbra
bruciando i capelli

se ci addormentassimo per un periodo di tempo troppo lungo
quando ci capiterà di svegliarci non riusciremo a ricordare l'ultimo avvenimento da coscienti
perché il sogno che l'ha seguito era più forte della realtà, quindi passeremo tutto il tempo a sforsarci
di ricordare di svegliarci di capire la realtà.
la realtà è dialettica come i miei umori.

sono le 14. ventisei ed ho ancora fame e sonno.

se vieni qui passeremo un altra nottata a volerci bene con la nostra forza
ad aggrovigliaci le gambe in stanze bianche con lenzuoli banchi
ad ascoltare musica con il ventilatore contro
con le tue sigarette rullate
e i miei accendini alludenti