lunedì, dicembre 26

era il ventitré a sera un giorno come un altro
avevamo detto di prendere un treno e andare a quel paese
abbiamo visto il cielo sopra Berlino ed ascoltato un paio di canzoni
dopo aver chiamato il mio cane che era andato via per pisciare
io mi son messa a piangere perché avevo il ciclo
faceva un freddo boia e tu hai preso la chitarra e abbiamo cantato per strada
con nessuno in giro
e urlavamo con le luci natalizie che ci facevano ballare
bevevamo grandita di limone per restingerci lo stomaco
perché non volevamo mangiare con il mal di gola
compravamo libri ed eravamo felicissime
mi riempivi il cuore quando leggevi le tue lettere ad alta voce
con deandrè nelle cuffie
non volevamo vedere nessuno
volevamo qualcosa di nuovo
ma non volevamo cambiare canale.
i nostri  cuori erano riciclati
e i pensieri correvano tra l'umidità del domenica sera in una città di provincia

quando non trovammo whisky in centro
con te che parlavi una lingua logorroica impaziente

io ascoltavo fumando da M
mi vedevo più bella e già vecchia.

giovedì, dicembre 15

svarioni un ora a notte

oggi di buon giorno ero mossa con un sacco di nodi nei capelli
e degli occhi gonfi bianchi e rossi
ho lasciato tutto com'era e son andata a scuola.
mi viene bene a parlare d'amore quando non l'ho mai avuto
ogni giorno dico di andarmi bene così
che in fin dei conti diciottoanni non sono tanti
anche se passano in fretta.
mi viene piuttosto naturale restar sola
ed è piuttosto brutto
l'empatia è una brutta cosa la maggior parte dei casi
e come se sento a priori che la cosa non vada in porto allora lascio.
cosi mi ritrovo vuota ogni giorno
indesiderata, inattesa, piuttosto inopportuna ed impacciata.
da un po di tempo a questa parte non riesco piu a mangiare
ed ho come la nausea se ci penso
ho come un tornado nello stomaco che mi è difficle ignorare.
compro sigarette con l'inflazione ognuna mi auguro che duri mezzora
l'altra sera ad M. ho detto di andare a rapinare un tabacchino
io distraevo il tipo in cassa e lui prendeva un pacco di Chesterfileld rosse da venti .io l'avrei fatto.
solo che oggi le sigarette costano troppo ed io non ho la pazienza di comprare tabacco
io tremo e non so rullare, e vivo le giornate perchè devo
e allora un giorno sembra uguale all'altro
e in televisione dicono che noi giovani abbiamo perso
la voglia di vivere
a me vengono i brividi perchè quello che dicono è vero.
siamo giovani con una certa nostalgia.
cosi inizio le mie mattinate con latte,orzo,caffè, ginseng tre biscotti e tanto zucchero
finisco la giornata con riggettando anche questo.
Quando mi dicono raccontami di te io
di cosa dovrei parlare? vediamo
ci sono io, emh un vulcano, un albero
il vulcano che inghiotte l'albero
io che cresco e prendo sei in fisica perchè non mi va di studiare lo strofinio,
i protoni e gli elettroni perchè questi si attaccano sono indotti dalla legge di culomb
la loro è una forza attrattiva, si piacciono e si attraggono tutti quanti
allora io penso di essere un elettrone. solo, spaiato.
che non ha ne forza ne attrazione.
o un sacco pieno di uva marcia,acida.
sogno di andare a funerali  di persone di cui conosco solo l'esistenza
di rifiutare spade
di perdere denti e gengive
di scrivere canzoni e vivere in case colorate.
M è una persona che mi fa stare bene, come quando mi disse di avere i capelli dello stesso colore del grando al tramonto
poi c'è R ,che mi ha scritto cose dolcissime,I e G.
a Parigi diventeremo violente e ammazzeremo la gente nei sogni caotici
poi prenderemo metrò e traghetti a notte tarda per non dormire
venderemo i nostri cuori a Montmartre
e disegneremo occhi di uomini sconosciuti.
sarebbe bene esercitarsi.
mi ci vedo fra trentanni.
indecifrata come i miei capelli.
allora tornerò a baciare i miei ricordi.
perché io fra trent'anni sarò in Giappone
diventerò radioattiva
allora ho il presentimento che la mia vita sia poco romantica
e che penso troppo spesso a sto cazzo di amore
e in un futuro mi vedo a dir poco incasinata con queste faccende.
per ora continuerò vedendo le mie Chesterfiled e i mie purini l'unica via verso la felicità.

martedì, dicembre 13

nelle nostre passeggiate
potremmo noleggiare cieli ambulanti
potremmo dipingere giornate infinite
senza andare a scuola

mangiare schifezze senza ingrassare
camminare per Parigi di notte
con la pioggia non ci metteremo a  riparo
ci troveranno nei bulevoir a ordinare assenzio per riscaldarci
a fumare sigarette senza spostarci
vivremo di inquietudine e solitudine in compagnia
in quelle notti in cui non c'è nulla da dire
a provare amori notturni per Chance elise






eretica

queste sono due considerazioni del cazzo da una vita di merda.

potremmo star a parlare ore
non ti ho detto che la categorizzazione i fascicoli le suddivisioni e sinonimi,
non sono enrica.
Enrica è quella cosa che non si riesce a capire
perché non è complicata
è basilare
non distinguiamo le cose
facciamo che il tempo le faccia distinguere
o che le faccia incasinare ancora di più
io non ho problemi
non so sarà che son io quella che non va
e i miei sono solo pretesti scomodi
scuse
ma fondamentalmente a che serve?
lasciamo al tempo i moti di chiarimento
non obblighiamoci a fare cose che non ci sono state date
facciamo che tutto scorra
cosi come deve scorrere
con i se i ma i forse
in queste cose ora non voglio certezze solo sensazioni
passi lenti
altrimenti non si va lontano
nessuna restrizione solo calma
e musica

sabato, dicembre 3

so come farmi stare male.

decisamente male
non ho mai pensato neppure per un attimo che tutto fosse facile
vedo solo la mia vita e la giudico per quello che è
mi è difficile coglierla
vorrei delle certezze vere ogni tanto
cose reali
nuove
che mi facciano sentire viva
oggi non cerco frasi troppo complicate
oggi mi sento bianca
come un quadratino di cotone retto da due pinze su un vecchio spago
mi sento asciugare dal vento in un pomeriggio di marzo al calar del sole
oggi non mi sento