lunedì, maggio 30

i preamboli della vita.

rasarsi la pelle

mettere i gelati nelle mutande
avere le dita verdi per gli anelli.

tesa come un palo della luce
che verrei in faccia
mi fan tutti muro.

non concepisco la società nel suo insieme
non concepisco la società nel mio insieme
che poi io son fatta per la solitudine
uno poi ci si abitua
ma sono per il cosmopolitismo
un po come Alfieri
riprendendo anche il preromanticismo e lo strum und drung
sommariamente
son fatta un po così
e la penso come Rousseau l'uomo è nato nella buono e la società l'ha incattivito anche se Hobbes non aveva torto homo omini lupus vince il più forte.
e poi riprendo più o meno le ideologie di Lucrezio Epicuro e Diocleziano.

indosso le stesse lenti a contatto da circa tre mesi
ma i miei occhi non rifiutano nulla
accettano tutto
indosso occhiaie grandi e viola
perchè non dormo un meccanismo si è inceppato 

e io non avrei coraggio a guardarmi negli occhi
fa talmente buio che inciamperei 

mi manca un pezzo per tutto
e siamo in ritardo
ed ho mal di testa 
le parole mi morivano in gola 
e su gli occhi che con lentezza 


non sono innamorata e parlo di amori perduti 
non vale

Facciamo sesso e finiamola qui. 

mercoledì, maggio 25

ogni tanto

io a giorni andrei a scazzottare la gene per strada
che mi sta sul cazzo
altri invece mi vine da abbracciare sconosciuti
di andare in pesotti e abbracciare chiese e case
oggi Aradeo a Noha e Galatina
mi sono innamorata della terza 
volevo abbracciare le facciate delle case che erano vecchie ed alte,
le chiese che erano lucide 
la piazza che era ovale il pavimento che era stropicciato
volevo abbracciare i vecchietti che parlavano fuori i bar 
ho amato questo pomeriggio 
e il cuore è stato bene. 

lunedì, maggio 23

ora ho le occhiaie persino al cuore

il delirio la devastazione
occhi color bracia e occhiaie persino al cuore
inglese italiano tedesco

ma  non è ancora finita
ascoltavamo musica che pareva provenire dalle pareti e dal soffitto
come bolle di sapone lente,dense che marciavano a ritmo di hyperdub
i bassi entravano
le nostre teste che ridevano
eravamo leggeri
capaci di lievitare nella notte
e nuotare nel umidità di un sabato sera marittimo
lungimiranti
Crittoanalisi di gente robotica
eravamo bracia
e bruciavamo

venerdì, maggio 20

ciao sono ern mancano 49 minuti al giorno del mio diciottesimo compleanno e sono un luogo comune.

se mi troverete in giro barcollando e cantando poesia bucoliche,
 lasciatemi andare
signorotta di campagna dal linguaggio maccheronico
procrastina per le vie note artificiali che sanno di sale e navi
che il sole, a dirla tutta,par di duna ma non si butta.
e se poi a questo vacillar di voci brute senti un suon di campane unite
pensa al sole che li aspetta.
ci sono vesti ,stivali in ogni dove
e noi sulla sabbia a scalpitare
e quando il giorno nuovo sarà arrivato
noi umidi la pelle avremmo trovato
e i miei capelli parranno campi di fieno
e il trucco sbavato e il viso di nero pieno
pensa all'amore da duna donna donato
e mai da nessuno conservato.

giovedì, maggio 19

mm si ciao.
mi fa piacere che tu non mi stia ascoltando
cioè volevo dirti, se si poteva non lo so magari così ogni tanto incontrarci cioè se posso cioè se puoi.
no vabbè scusami niente ciao.

martedì, maggio 17

non cantare se prima non mi hai nelle corde vocali che mentre intoni note, io sono li che prendo il vento in faccia ad occhi chiusi.
-non dovevi prendere i miei occhi ieri sera,non dovevi farlo-gli scrissi su quel bigliettino,prima di scendere le scale di emergenza e andare via.senza dirgli il mio nome.
lui il giovedì sera era li, non era sicuro.era uno sconosciuto,visto una sola volta ed eravamo fatti. ma era li che rullava il thc che aveva nel Idiota di Dostoevskij,edizione dell 75' francese, e senza alzare lo sguardo mi disse- A volte l'uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza.-ridacchiando- gli occhi sono in tasca, sapevo che saresti venuta a prenderli.

prendi.

con il tuo vezzeggiare, filosofare
siamo incoerenti dimentichiamo noi stessi ed il secondo prima
ecco siamo noi da un altro punto di vista
entra in gola e vienimi
il tuo fare mi stuzzica le ghiandole
il tuo fare mi solletica i polmoni
farciscimi
del tuo non essere
e nelle eterno ritorno vienimi a prendere sempre alla stessa ora
sempre in quel sabato pomeriggio.
gozzovigliando di noi stessi e dei nostri occhi
-tanto vale che tu non parlassi- mi dici
-tanto vale che tu mi prenda-ti dissi con voce tremula
e dislagavo ai tuoi tocchi
dislagavano i miei occhi.
mondo che non vuoi
vento e parlo
 rispondi scoprimi
non fingere tirami
su con le nuvole.
Spinoza ci entra in testa.

che mi fanno paura i sentimenti. tutti.

lunedì, maggio 9

nous au contraire

ladra di topi inglesi cibernetici scolastici.
perché non ci va di comprare i muse

rilegando pezzi di lettere di gente sfatta
distrutta

divoratrice di biscotti
colombe pasquali e yogurt

vorrei cambiare cervello.
cristo aiutami.


non riuscirò mai ad aver il loro corpo
mai sarò cosi bella e perfetta e leggera
come piace a me. mai.
io che speravo di perderne venti.
non sarò mai intelligente e perspicace
colta con un grande scibile
e grammaticalmente corretta
nessuno mi concepirà in quel bel modo
nessuno mi concepirà in quel modo
ma dove voglio andare?

sino a due minuti fa volevo bene al mondo.
ora per la felicità fumo sigarette spezzate e bevo limoncello fatto a casa.
mentre Giulia beve malvasia e fa brindisi alla vita mia

venerdì, maggio 6

N.P.E

ciao uomo dallo sguardo di pietra
e dai capelli stracciati

fondamentalmente dovresti aspettare che mi operino al cuore
andiamo a far chilomenti che nei sogni non ci si stanca mai
ci sentiamo strum und drand da quando abbiamo perso

mi piace che ridi sempre
ed hai le spalle grandi e poi sei stretto sotto
sei un burattino di quelli belli
che ti vien da muoverlo e parlarci per ore

tutto si procrastina e si dissolve
il melodramma dei soliloqui per strada.
quando c'è tanto da camminare ma nessuno con sui parlare.
ma preferisco il soliloquio al dialogo.

sonetti perfetti e poi ogni tanto una voce fuoricampo ci commenta al pubblico
e noi faremmo finta di non sentirla ridere.
la gente ci intimorisce molto.
andiamocene
che tra tipo quindici giorni divento di un anno più vecchia e penalmente punibile.

mercoledì, maggio 4

quando sarà.



distruggeremo musei di quattrocento metri quadri a pagamento.
perché preferiamo distruggere e riciclare.
avrai lo sguardo assorto come in quei quadri contemporanei
e i muscoli rigidi come in quelli futuristi
che non capirò mai se sei triste o stai ridendo.
e spererò che il cuore ce l'abbia in tasca perché nel petto non lo sento più
spero che sia stato tu a rubarlo dopo l'abbraccio
dopo aver costruito il museo di arte contemporanea con i nostri volti da per tutto
con i nostri corpi da per tutto.
con i nostri geni da per tutto.
prima di averlo distrutto.
ci piacerà andare in giro in bici di mattino dopo aver bevuto tutta la notte sotto
un ciliegio e aver fumato in compagnia del nostro amore chimico
della la nostra fame chimica ma non di cibo.
sospensioni lineari di disordini alimentari
di carezze rigurgitate spinte prese  premute
pressate graffiate schiaffeggiate baciate.

parla perché la tua voce è l'unica ad azzittirmi.
sei metadone ed anestetico.

martedì, maggio 3

madonna che ansia.




uccidetemi.

cercasi disperatamente

capelli lunghi biondi non bruciati
viso fine delicato, carino magro senza doppio mento
occhi grandi ed espressivi
labbra carnose
corpo esile
costole visibili
sterno visibile
seno piccolo
pelle morbida e rosea
sedere rotondo
gambe lunghe e magre
intelligenza
estro
voce cauta e femminile
eleganza nei modi e nell'essere
volontà
carattere.

è sempre la gravità a schiacciarmi.

la cosa che mi fa più rabbia e che lei ha tutto quello.
sa essere un quadro in fotografia
sa essere musa
e tante altre belle cose

io non so che essere questo straccio di donnetta
vuota senza morale, senza nulla da dare
con il cuore rotto spezzato e pisciato

non so far nulla se non star seduta a guardar film leggere ascoltare musica e fare sogni inventare fiabe
a dirle cosi sembrano tante cose, ma in realtà non lo sono perché nessuna delle cose so fare bene.

lei seduta li, invece, è capace di fare tutto.
idilliaca presenza.
l'apoteosi della semplice bellezza.

se potessi tornare indietro opterei per non nascere.

domenica, maggio 1

non dovresti,
ma mi manchi.

mi manco da sola.

salvatemi.